Intervista per il mensile "il bene Comune".
D- Lei non ha una formazione artistica di tipo accademico; dagli studi di Architettura che aveva intrapreso, si è avvicinato gradualmente all'arte e in particolare alla scultura; vuole scandire le tappe di quest'itinerario?
R- Non mi sono avvicinato gradualmente all'arte: l'ho sempre praticata nelle forme del disegno, della pittura e infine in alcuni studi compiuti nella facoltà di Architettura. Il lavoro più recente di scultore o meglio di composizione attraverso materiali come ferro e pietra, costituisce un naturale approdo dove confluiscono le mie precedenti conoscenze artistiche e la mia predisposizione. Un approdo dove una nave appena arrivata riparte per un altro affascinante e misterioso viaggio. J.Hillman dice:"Nasciamo tutti con una ghianda", abbiamo tutti una predisposizione interiore. Rivedo il bambino che disegna i fumetti, rivedo l'adolescente con i fogli sotto al braccio, matite e colori nella mano, che all'aria aperta disegna alberi e campanili. Rivedo il giovane irrequieto che butta colori sulla tela. Rivedo ancora un uomo guardare, disegnare e conoscere, capitelli classici e moderne vele in cemento, fuori e dentro di se. E vedo ancora un uomo che tra mille tormenti lascia una città e il lavoro per realizzare un suo desiderio: aprire un laboratorio artistico. Capisco adesso la frase di Hillman.
D- Quali materiali utilizza per le sue opere?
R- Ferro, pietra, rame, plexiglas, vetro. Materiali dell'architettura, prodotti industrialmente. Ma anche pezzi, scarti di essi derivanti da una loro precedente lavorazione. Il frammento suscita in me un grande interesse. La realtà odierna e passata giunge a noi e si palesa attraverso il frammento.
D- Può delineare in breve, la prospettiva di ricerca lungo la quale è andata definendosi la sua poetica?
R- Nella mia ricerca l'essenzialità, il concetto e l'astrazione sono fattori importanti. Inoltre, un' opera che voglia avere un respiro ampio, deve necessariamente contenere verità, bellezza, ricerca, umanità, mistero e poesia.
D- Quali sono le esperienze artistiche alle quali si sente in qualche modo legato e gli scultori che l'hanno maggiormente influenzata?
R- Mi sento legato soprattutto agli artisti italiani degli anni 50-70. Un arte quindi astratta, concettuale, minimalista, ma anche un arte piena di vivacità e ricerca. Gli scultori che mi hanno sicuramente influenzato e affascinato, sono scultori come Boccioni, Marino Marini, Melotti, Arnaldo e Giò Pomodoro, Fontana, Somaini, Giacometti, apprezzando quelli più contemporanei come Toni Benetton e Staccioli, fino ad arrivare ad artisti più giovani come Vanessa Beecroft e Cattelan. Ma tanti altri artisti a me cari, contemporanei e non, mi resterebbe di citare.
D- Lavorare nel Molise è per lei una limitazione oppure un privilegio?
R- Lavorare nel Molise è per me sia un privilegio che una limitazione. Privilegio perchè in questa regione si può condurre una quotidianità meno frenetica rispetto a quella di una grande città. Una limitazione in quanto la città offre un numero maggiore di stimoli culturali. Quando posso raggiungo le nostre città in occasione di eventi che mi interessano.