RECENSIONI
"Con la serie #redzone (2020 - 2021) l’artista napoletano Domenico Di Caterino presenta una serie di tele di grande formato, realizzate attraverso mixed media, che prendono spunto dalle riflessioni dell’autore sui saggi di Jurgis Baltrušaitis, Formazioni, deformazioni.
La stilistica ornamentale nella scultura romanica e Il Medioevo fantastico. Antichità ed esotismi nell’arte gotica, e sull’arte altomedievale di Ernst Kitzinger.
Di Caterino individua nell’intrico dei corpi, nelle epifanie del mostruoso, nello spinto antirealistico della plastica dei secoli XI e XII l’immanenza di un senso che parla al nostro presente. Gli intrecci di corpi umani, animali, reali o fantastici, le più ardite deformazioni anatomiche, i motivi iconografici come la palmetta, il viticcio, le foglie con gli steli ad asso di cuori, dietro l’apparente disordine e le violente sproporzioni della scultura medievale, sono il repertorio a cui attinge, per riflettere e misurare il mondo visionario contemporaneo.
L’artista napoletano si serve degli elementi mostruosi, macabri, fantastici e demoniaci dell’arte medievale occidentale per compiere un viaggio nel nostro tempo, attraverso una rilettura della grammatica del linguaggio artistico universale, mutando il contenuto in forma simbolica, focalizzando il presente dentro e fuori dal suo tempo: l’arte viene riletta come linguaggio da modulare tra il micro interiore e il macro sociale collettivo, con un processo di comunicazione che richiama la paura dell’altro, dello straniero, del diverso, incentrandosi sulla demonizzazione dell’autonomia e dell’emancipazione su scala planetaria, da cui il titolo #redzone, in un viaggio con un punto di non ritorno.
Le immagini alto e basso medievali non vengono considerate da Di Caterino come una mera decorazione, ma un’istigazione alla disobbedienza, che vedono l’uomo moderno come un mostro imprigionato da imposizioni e costrizioni.
I colori violenti, che catturano l’attenzione del pubblico, altro non sono che una ripresa delle cromie originarie medievali."
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Domenico Di Caterino (Napoli, 1973) si affaccia sulla scena artistica internazionale dagli anni novanta, muovendosi a Napoli tra l'Accademia di Belle Arti e il Laboratorio Okkupato S.K.A. La sua ricerca artistica mette in discussione i codici di genere dell'arte contemporanea, anche nell'ambito della street art, mediante un’azione performativa che prevede l’abbandono dei suoi lavori in contesti urbani e il tacito invito al pubblico di rimuoverli, distruggerli o prelevarli, innescando casualmente una società per azioni diffusa. Il suo intervento street artistico Social lockdown a Forio d’Ischia, con il gallerista attivista Salvatore Iacono, è stato il primo in Italia dopo il lockdown.
Testo della storica dell'arte, curatrice e docente Concettina Ghisu, “Iconica” patrocinata dall'Unesco ad Alberobello.
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I MISTERIOSI LINGUAGGI dell'ARTE
“Furau” a mengianu chitzi su quadru de Mimmu Dominigu Di Caterino
“Rubato” di mattina presto, il quadro di Mimmo Domenico Di Caterino
Ecco l'immagine del ladro che, in verità, si difende dicendo di aver condotto un "esproprio proletario" .
I misteriosi linguaggi dell’Arte sono come i meandri della mente, con tante sfaccettature una diversa dall’altra, molte motivazioni ed elucubrazioni, che risultano oscure ai più ma anche agli esperti o agli stessi artisti. Non è il caso delle opere di Mimmo Di Caterino e né, tantomeno, della sua personale “Weltanschauung” artistica, culturale e anche sociale.
Potrà non piacere ma è ben connotata e supportata da studi, ricerche ed esperienze, che rendono credibili le sue realizzazioni, estemporanee ma continuative, nel tempo e nello spazio, sia a due che a tre dimensioni.
Segno questo di una costante ricerca, non solo nell’ambito della fantasia e della creatività ma anche interiore, di confronto con sé stessi in rapporto alla realtà quotidiana, da cui ricava il suo apparente dipingere quasi da “caos organizzato”.
Il dipinto in questione (vedi foto), naviga tra l’incubo onirico, la protesta artistica e sociale contemporaneamente, proponendo l’antico dilemma della mercificazione dell’arte, al soldo prima dei potenti nobili medievali e rinascimentali, poi di una borghesia benestante o del proletariato rivoluzionario; ora di un capitalismo neoliberista stratificato, non solo a livello mondiale, ma anche nazionale, regionale e locale.
Chi non accetta tutto questo ed esprime liberamente il suo pensiero, con parole ed azioni coerenti, in modo pacifico e argomentato, sa’ già che deve pagare pesanti conseguenze, sul piano professionale e/o umano.
Questa è la “punizione”, quando si prendono le distanze dal potere e/o si polemizza col pensiero unico o mistificato dalla “ragion di Stato”.
Chi non si “allinea”, spesso e volentieri, viene emarginato e vive lavorando in solitudine o quasi, senza che si voglia capire che le diversità, provenienti dall’una e dall’altra parte, costituiscono un valore aggiunto alla cosiddetta “normalità (che non esiste), per l’intera Comunità; in tutti i settori dello scibile umano ma, soprattutto in campo artistico, culturale e sociale.
Sosteniamo, quindi, la libertà di pensiero e di espressione in senso “volterriano”, sempre e comunque, in coerenza con sé stessi, senza restrizioni o preconcetti di natura ideologica o personale. Viva l’Arte Libera!
(Gianfranco Ghironi, 26/01/2022)
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"L'art poétique de Mimmo di Caterino se situe dans la belle tradition de la philosophie de l'esthétique. Il y a référence à cette philosophie dans mon blog (cf. Stendhal : Histoire de la peinture italienne). Stendhal aimait beaucoup l'Italie et on appelle cela son italianisme).
L'art di Caterino suit le cheminement de la peinture expressionniste. Ses dessins expriment l'essence de l'être humain.
L'art poétique se situe en-dehors de la tendance politio-didactique. il adhère à la liberté de l'artiste et rejoint en quelque sorte le domaine du "sacré".
Poco-Tito. Un poquito de ironia."
Belle journée
En espérant que l'article vous plaît!
Eliza Muylaert
Da Children of Mamoridou del 8-2-22
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“Al Museo del Territorio Casa Pezzolla, Mimmo Di Caterino, napoletano d’origine ma residente nell’area metropolitana di Cagliari, dove insegna Discipline Plastiche al Liceo Artistico Fois, espone la serie #redzone, realizzata durante il primo lockdown, dieci tele in cuil’artista rilegge i bassorilievi medievali in chiave contemporanea in un allestimento che richiama l’immediatezza della street art.”
Concettina Ghisu, Cagliari Art Magazine del 21-02-22