Personale di Paola Malato
Il progetto di questa mostra costituisce una tappa di quella ricerca sulla sintesi delle arti, che Paola Malato porta avanti da molti anni: architettura, scultura, pittura, scrittura, poesia e musica coesistono, stimolando chi assiste a venire fuori da quella prigionia mentale (che è anche esistenziale ed emotiva) che è il nostro passato, la nostra storia, la nostra cultura.
Un opening di introduzione, infatti, con le letture dell’attrice Franca Berardi e l’accompagnamento dei violini di Elena Gallafrio e Daniela Jenna, ci introduce al tema della serata: riflettere cioè sul potere condizionante che il l’ambiente e il vissuto di ciascuno di noi hanno sullo svolgimento dell’intera nostra vita,
Tutto ha inizio quando l’artista ritrova casualmente il vecchio diario degli anni dell’adolescenza: che emozione! Pagine di esperienze, di ansie, di paure, di pianti riemergono dal buio e in qualche modo riprendono vita in maniera diversa. Ridotte in frammenti, strappate, sovrapposte, cancellate, sottolineate, sono state ricomposte accavallando momenti e situazioni in un contesto che sembra anche un po’ confuso.… come confusa appare la trama della vita. Perché la vita stessa è un LABIRINTO, fatto per tutti di passaggi a ostacoli o passaggi obbligati e a volte contraddittori, che con il tempo si slabbrano, sovrapponendosi oltre ogni logica successione temporale.
E così nasce la grande installazione ambientale “Labirinti della memoria”.
E così nascono le “Lettere dal passato”, i “Sipari”, i “Ripieghi”, gli “Abbracci”, le “Storie”, i “Deleta”
Dove
Unique Contemporary - Torino