RECENSIONI
Massimo Pasqualone
Sul far della sera: le poetiche di Stefano Giacintucci
Stefano Giacintucci vive il tempo dell’emozione attraverso la capacità di fissare gli attimi
ed i momenti che il paesaggio dona all’artista, a volte sul far della sera, quando
il peso delle emozioni si fa tsunami, a volte all’interno del secondo, quando l’eternità
si manifesta e diventa epifania della vita, vita che solo l’artista, il vero artista, riesce a
cogliere, pur nella frammentazione e nella frantumazione dei sentimenti.
In questo angolo della coscienza si gioca il dettato pittorico di Stefano Giacintucci,
da un lato avvinto da una decisa poetica della luce, dall’altro franto dalla
sovrapposizione delle esperienze artistiche, perché ogni artista sa il qui ed ora della
propria biografia esistenziale ed esperienziale che sempre si interseca con l’oggi e
con la speranza del domani.
Le poetiche divengono allora molteplici, si fanno esperienza di condivisione, perché
ogni opera d’arte è sempre opera aperta, visione, previsione, assaggio di una
intrinsceca emozione che l’artista, attraverso il colore, manifesta sulla tela.
Stefano Giacintucci ragiona con queste dinamiche, mai dimentico che alla fine l’arte è
la più grande possibilità di dire, di dire l’indicibile, di dire l’invisibile e renderlo visibile.