Claudio Di Lorenzo

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Scultori

I contenuti qui di seguito riportati, sono a cura esclusiva dell'artista

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NOTA BIOGRAFICA Claudio Di Lorenzo, scultore, è nato a Lecce l’8 Maggio 1964. Sin dall’adolescenza manifesta una prodigiosa propensione all’arte della scultura; consegue dapprima il diploma di “Maestro d’Arte” (1980) e poi quello di “Maturità d’Arte Applicata” (1982) presso l’Istituto d’Arte di Lecce: qui si impreziosisce degli insegnamenti di maestri di fama internazionale quali Marcello Gennari e Vito Russo. Il suo trasferimento in Abruzzo (1982) è segnato, oltre che da una costante attività scultorea, dagli studi di Architettura presso la Facoltà di Pescara, che lo porteranno a conseguire la Laurea nel 1989. Da sempre attento alle tematiche che riguardano la relazione fra i volumi e lo spazio che li circonda, viene insignito del titolo di “Cultore della Materia” dall’ITEPAC dell’Ateneo di Chieti e del titolo di “Inventore” dal Ministero dell’Industria. Docente presso la scuola degli Antichi Mestieri di Lettomanoppello (PE) ed Assistente presso la Facoltà di Architettura di Pescara, vanta al suo attivo numerose mostre personali e collettive sia in Italia che all’estero. Pluripremiato in varie mostre e concorsi, nel 1998 fonda la “Stone Gallery”, struttura che propone il manufatto scultoreo nel contesto degli spazi abitativi. Apprezzato da critici quali J. L. Montanè, L. Strozzieri,M. A. Baitello, M. Pasqualone, C. Greco, L. Leonello, L. Di Giacomo, R. D’Intinosante, M. Vasilescu, F. Sciolè, colloca le sue opere in spazi pubblici di interesse collettivo: “Disperazione”- Palazzo di Giustizia di Lecce; Monumento ai Martiri della Marcinelle - Turrivalignani (PE); Monumento a L. Battisti – Montesilvano (PE); Monumento a S. Gabriele dell’Addolorata – Atri (TE). Annoverato fra i referenti culturali di spicco di numerose Amministrazioni Comunali e Provinciali, vede le sue opere entrare a far parte delle più prestigiose collezioni private. Vive e lavora in Atri (TE) C.da Treciminiere, 18 – 64032- www.claudio di lorenzo.it claudiodilorenzo64@yahoo.it tel. 331 7775758

RECENSIONI

CLAUDIO DI LORENZO Le forme pure della prigionia contemplativa Un rapporto reciprocamente consapevole è il principio innestante l’opera di Claudio Di Lorenzo: l’entità naturale e l’entità umana si confrontano prefigurando l’immenso potenziale interattivo tra la fisicità corposa e variegata di cui dispone la natura e la sconfinatezza intellettiva ed immaginativa propria dell’uomo. Le rispettive peculiarità nascondono tuttavia un limite intrinseco che rende difficoltosa la massimizzazione produttiva scopo dell’interazione funzionale: la natura non è altro che se stessa, pregna di una valenza puramente utilitaristica e meccanica; l’uomo invece è affetto dalla coscienza delle infinite possibilità espressive della materia naturale, ma è spesso costretto a confrontarsi con i limiti impliciti nel suo umano essere irrisorio, vulnerabile, con l’insufficienza e caducità che gli sono proprie. Claudio Di Lorenzo si pone dinanzi alla materia in modo antagonistico: la coscienza piena delle riserve che il suo corpo medesimo, ed essa stessa pongono sono l’avamposto propedeutico ad una scelta del mezzo espressivo che non sia adattamento o affabilità del significato in rapporto al dato tecnico. In quest’ottica, rientrano tutti gli espedienti tecnici, di cui lo scultore si serve per superare le coordinate naturali: le figure esili e slanciate sono una sfida sia dell’anima argillosa delle sculture in bronzo che dominano la seconda fase della sua produzione, sia dell’estrema friabilità della pietra leccese, la quale deve, a questa sua caratteristica sostanzialmente ostativa di lavorazioni particolaristiche, una straordinaria resa del dettaglio a concessione della granatura sottile. Le sculture elaborate dall’artista sono figure emerse, in un spazio ed in un tempo simbolici, da una materia generatrice che si conserva in parte ai loro piedi. Lo sviluppo verticale, lo sguardo rivolto verso l’alto sono espressioni della volontà di liberarsi dal guscio e tendere verso la luce, sebbene le loro figure sembrino faticare ad abbandonare la postura indotta dall’involucro che le proteggeva. L’evento simbolico, incardinato nel dischiudersi del guscio petroso, appare come il cuore di una serie infinita di forme concentriche affini al sembiante scultoreo e sue emanazioni, le quali tracciano un emisfero primigenio, naturale, puro, incontaminato in cui il corpo venuto alla luce scopre se stesso, nelle sue fattezze, nella sua genuina appartenenza alla natura. Ma la scoperta del sé autentico non esaurisce l’evento raccontato dalle opere di questo artista: egli fotografa l’istante in cui l’emisfero genitore, puro ed atemporale interseca un secondo emisfero cronologicamente determinato: la società odierna. Le mani che spesso convergono all’altezza dell’inguine suggeriscono la coscienza di una nudità che subentra nella compenetrazione dei due mondi, come accadde ai nostri progenitori nella cacciata dall’Eden, l’uomo acquisisce, con l’ingresso del mondo societario, l’idea strumentale del proprio corpo, della sua valenza estetica non universale ma individuale. Le sculture di Claudio Di Lorenzo sono fotografate nell’attimo disorientante in cui ad un panismo ingenuo si sostituisce la coscienza di una fisicità sessuale ed esteriore. Figure sospese nello spazio e nel tempo, scelgono l’immobilità, scelgono un limbo in cui sostare, eternamente sospese a cavallo tra un mondo che desiderano abbandonare, ed un altro che non sanno accettare. Roberta D’Intinosante Claudio Di Lorenzo, il mito, la donna, gli dei che ci contemplano nell’espressività Claudio Di Lorenzo indaga nelle possibilità espressive dei suoi personaggi che affondano nella formulazione della dialettica dell’istante, del momento, nel secondo, la coscienza, la forza della configurazione dei volti, donna, coppia, amore, cammino che comincia in un determinato punto e che non ha fine. Mostra volti bramosi, altri che si insinuano, che riflettono la propria necessità di trascendenza, di andare oltre a ciò che è la propria realtà, ci sono anche dei visi che sono bellezza pura, anima in movimento, cammino del filo dorato che è l’illuminazione personale e collettiva. Siamo il risultato della propria affermazione dell’ “io” in ogni attimo di secondo. Di conseguenza, tutto quello che esiste è dotato di movimento perpetuo e continuo, anche nell’istante del trapasso segue il cinetismo e la trasformazione della forma, della materia e delle linee strutturali fisiche. I suoi personaggi sono miti, allegorie, è la donna, rappresentata come dea, fata, diva della natura, che cinge con il suo sguardo le energie praniche derivate dal sole riutilizzandole in forma innovativa e trasformatrice. La sua creazione scultorica stilizza le forme, cerca la morbidezza delle linee, l’essenzialità delle figure, accarezzandole, è delicata nella modalità di avvicinarsi ai personaggi, per agevolare il compito dell’elevatezza, come se fossero parte della espressività in sé stessa, dotando loro della naturalezza dell’alito vitale. La sua opera è espressiva ma, allo stesso tempo, si immerge nella ricerca della natura, della natura intesa come parte di un tutto armonico. Se osserviamo la sua scultura constatiamo le possibilità allegoriche di una tematica che mitizza in grado superlativo tutti gli effetti, perché non c’è la volontà di descrivere la realtà ma la necessità di aumentare la sensazione di potere del mito che esibisce, come parte di un tutto misterioso che ci svela i suoi cammini tortuosi in maniera singolare e precisa. Le sue donne hanno volti che navigano attraverso le dimensioni dell’anima, esprimendo la bellezza come parte dell’armonia di quello che è sopra, è sotto e viceversa. La bellezza nell’arte non è un concetto classico ma universale, e questo è quello che Claudio Di Lorenzo s’incarica di farci vedere. Ci introduce all’interno di un’attitudine che va oltre la forma, per indagare nell’interiorità, vale a dire la complessità e la semplicità allo stesso tempo. L’arte è sentimento e creazione e, in questo senso, le sue donne e le sue figure sono stilizzate, in primo luogo perché sono formate da linee strutturali che navigano da sole, in secondo luogo, perché derivano da una dinamica sottile che emana dalla natura ed in terzo luogo, perché sono l’universo in sé stesse. Joan Lluís Montané Asociación Internacional de Críticos de Arte (AICA) (Associazione Internazionale di Critici dell’Arte - AICA)

Mostre

MOSTRE RECENTI: Luglio 2009 - Personale di scultura dal titolo "Il rombo verticale della vita" c/o Auditorium "S. Agostino" di Atri (TE) Luglio 2009 - Collettiva di disegno "I Sentieri dell'Anima" - (terzo premio: medaglia di bronzo) Agosto 2009 - Personale di scultura c/o Hotel Mion di Silvi Marina (TE) Settembre 2009 - Personale di scultura dal titolo "Perchè soffrire così" in Piazza Duomo all'Aquila (opere ispirate al terremoto). Ottobre 2009 - Personale di scultura c/o Biblioteca Diocesiana di Ortona (CH) Ottobre 2009 - Partecipazione al Simposio d'Arte c/o Hotel "Pietre Nere" di Rodi Garganico (FG). Ottobre 2009 - Personale di scultura c/o Ente Fiera di Bologna. Ottobre 2009 - Partecipazione al "Premio D'Annunzio" c/o Teatro D'Annunzio di Pescara - (Primo premio sezione scultura - onorificienza della Camera dei Deputati).