RECENSIONI
Forse nella tela della Maschera/Autoritratto, costruita con tocchi rapidi e approssimativi di verde e rosso su fondo cangiante composto cromaticamente di stesure giustapposte dal blu cupo al rosso acceso, si può cogliere un segno della sofferenza dell’uomo moderno.
Le maschere sono sempre state sottese ad “assolutizzare” in vari modi la rappresentazione di qualcosa. Le maschere rituali in legno rivestono un ruolo significativo in molte parti dell’Africa nera e della Melanesia; nell’antichità le maschere erano mezzi per identificarsi con un essere sovrannaturale, tanto che si riteneva derivassero dal dio dell’ebbrezza Dioniso. In Estremo Oriente sono notevoli le artistiche maschere di legno adoperato nel teatro No.
Nell’espressione amara della bocca e negli occhi chiusi della sua Maschera/Autorittratto, Simonetta Satta trasmette la sensazione del nulla cosmico leopardiano che accompagna l’uomo moderno vicino al poeta di Recanati. Secondo il medesimo filosofo recanatese esiste la consapevolezza del peso e della sostanza rimessi lungo la vita di ciascuno nelle illusioni e nell’immaginazione, sino a quando nella maturità esse finiscono per ridimensionarsi e spegnersi. La resistenza a tale dolorosa considerazione dell’esistere non muta la realtà neppure di fronte a censure consolatorie.
Wally Paris
Schiettezza e spontaneità stanno alla radice di tutte le creazioni pittoriche di questa artista sarda, che dalla sua natura così sincera ed autentica sa trarre sempre con fedeltà i motivi della ispirazione di artista versatile e ricca di umanità.
Nella sua pittura traspare la fantasia delle forme e del colore che accende il suo estro. Ogni opera è un racconto quasi astratto che, con pennellata fluida, gioca con il colore fra i blu, i gialli, i verdi, i rossi e sembra voler dare una dimensione visiva alla riflessione interiore – tanti frammenti di una vasta, colorata e ancestrale immagine della sua terra, ripescata nello sconfinato mare della memoria.
Tore Cogoni