Nata nel 67 a Napoli da una famiglia di artisti, inizio giovanissima a lavorare con la creta ed i colori. Il confronto con la bravura di papà ( fotografo, scultore di ferro e legno, pittore; in realtà sa fare tutto e tutto gli riesce bene subito), di mamma, di zia, di mio fratello e mia cugina (ah, le famiglie numerose!!) ha avuto un effetto inibente (ahimè) fino a quando nel 99 mi trasferisco a New York.
La mia vita è totalmente cambiata e i miei punti di riferimento pure. Non c''è nulla che riconosco, le strade, i vicini, le regole non scritte, il ruolo in azienda, tutto , proprio tutto è nuovo. Il pane, i soldi o l''assegno con cui pago anche un pacchetto di gomme, il doorman che mi apre la porta, il mio nome che nessuno riesce a pronunciare.
Un fermento interno, un vulcano in ebollizione... ho bisogno di esprimermi in un mondo che non ha bisogno di traduzioni, quando le lingue e le culture si sovrappongono e si confondono dentro di me.
In Italia sono l''americana e i America sono l''italiana.
Mi sento anche io così, le emozioni sono troppo veloci e anche se riuscissi a esprimerle qui nessuno vuole sentire. In questa cultura si fa finta che tutto vada sempre bene, che tutto è perfetto. Sorridere, sorridere, non lasciar trasparire le difficoltà, la confusione, lo stordimento.
La lontananza....il dolore, o la nostalgia dei colori del mare e del sole della mia terra.
Le emozioni trovano spazio sulla tele che restano mute ad ascoltare ciò che sento.
Sono partita dal riciclare materiali inutilizzati: dove lavoravo venivano buttati via litri e litri di smalti (proprio quelli per le unghie) di ogni colore.
L’idea perciò è stata di trovare un utilizzo nuovo, per loro come per me, metafora anticipatoria di ciò che avrei fatto anche io della mia vita.
Oltre alle tele, ho utilizzato come supporti rocchetti per fili elettrici, tubi di plexiglass, porte.
Dopo due anni di USA, sono tornata a Roma, nella mia casa con vista sulla Garbatella, senza rimpianti almeno per ciò che vedo dalla finestra.
Continuo a sperimentare nuove tecniche, che privilegiano il contatto con il quadro e nel quadro. I miei pennelli sono le mani e le dita, la mia pittura è volutamente cinestetica, visiva e tattile. Le sensazioni dentro di me diventano segni, immagini, singulti da accarezzare e cogliere anche attraverso il tatto.
Pannelli emozionali materici. L''emozione prende forma.