RECENSIONI
Tra le nuove tendenze dell''arte contemporanea italiana più attuale emerge e si evidenzia, oggi più che mai, una smaccata propensione alla contaminazione. Quello che più precisamente interessa alle più giovani generazioni di artisti è -e dovrebbe sempre essere- la miscellanea tra linguaggi appartenenti ad ambiti artistici diversi che mai come in quest''epoca si rapportano e si amalgamano tra loro tanto perfettamente. Protagonista di questa nuova realtà è inevitabilmente l''immagine che già normalmente, nella quotidianità, si moltiplica stratificandosi ogni giorno davanti ai nostri occhi, provenendo dalla Tv, dal cinema, dai rotocalchi, , dalla pubblicità in ogni sua manifestazione, dai graffiti, dalla cartellonistica stradale, dalla Rete... Già in passato, va ricordato, l''immagine era stata coinvolta in una serie di processi combinatori e "totalizzanti": pensiamo al Futurismo, a Duchamp, alla sperimentazione Bauhaus, ad Andy Warhol, all''Op Art, alla produzione underground...; è però in questi ultimi 10/15 anni che si è prodotto nell''arte e nella cultura un ulteriore passaggio verso un maggior grado di fusione linguistica. Ciò è avvenuto grazie all''avvento del computer con tutto il suo mondo digitale, Internet in testa, ormai abituale contenitore e veicolo allo stesso tempo di infiniti cocktail di riferimenti prima di tutto culturali e visivi.
Stella Tasca ha colto con sorprendente velocità e con una buona dose di freschezza questa modalità combinatoria che ho qui analizzato, producendo opere con un carattere e una dominante tecnica decisamente pittorica e ad alto tasso cromatico. Le sue composizioni sono pienissime di elementi: figurazioni centrali protagoniste dello spazio, scritte, gocciolature di colore, stelle e altre icone, giornali, sembrano volersi porre come emersioni di ricordi visivi -e vissuti- che l''artista seleziona dal contesto magmatico degli accadimenti trattandoli come materia pulsante della memoria che è resa protagonista scintillante. In tutti i sensi, visto che Stella usa perline e glitter mischiate alla più consueta materia pittorica, prevalentemente spray e acrilica.
I riferimenti dei quadri così realizzati vanno dalla fotografia alla cultura visiva underground che dalla Psichedelia arriva sino al Graffitismo; all''universo Pop che dalla comunicazione pubblicitaria allarga il suo vasto campo d''azione ai media; a un certo tipo di grafica e di illustrazione anni ''60 e ''70; al linguaggio, tra poesia visiva e lettering che dalle avanguardie storiche giunge, con cadute e risalite, al Writing metropolitano. Tutti questi legami artistici risultano avvolti da un''atmosfera tecnologica che rimanda all''era di Internet e alle potenzialità della Rete di cui abbiamo accennato prima. L''interessantissimo mix così organizzato è radice e linfa del suo lavoro che sembra mirato a un''immediata e coinvolgente comunicazione visiva, esplosione retinica che segnala nettamente, proprio attraverso la sua variegata composizione, tutte le sue declinazioni; quasi a fare delle sue opere una dichiarazione di appartenenza (contro?)culturale e ideologica. Una sorta di manifesto visivo programmatico dinamico, originale, a tratti disarmante, assolutamente contemporaneo e in fase di ulteriore evoluzione.
Barbara Martusciello