RECENSIONI
"Con lo Pseudonimo di Antigone, Papasso racconta la gioia della vita campestre intrecciando in chiave "trascendentale", il tradizionale col surreale.
Una dicotomia che aiuta nella pratica della vita che molti autori perorano per realizzare i proprio sogni. Dopo tutto non mancano le affinità tra i due: il colore.
[...]Io aggiungo: una realtà come "orma all''impossibile". Una sorta di prolunga tra le cose e noi, tra gli oggetti e il loro riflesso nell''appa-rente
distanza del ricordo. [...] L''immaginario tra le più mutevoli carte della Natura e nella loro più informale espressività.
[...]La Piuma della poesia volteggia (figura o no) in questo clima che l''autore respira e rende nei suoi fiati velati, che restano il risultato di una realtà del profondo: ungarettiana, come ha intuito Argan".
Elio Filippo Accrocca, 1989