Fabio Giannantonio

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Scultori

I contenuti qui di seguito riportati, sono a cura esclusiva dell'artista

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Intervista per il mensile "il bene Comune". D- Lei non ha una formazione artistica di tipo accademico; dagli studi di Architettura che aveva intrapreso, si è avvicinato gradualmente all'arte e in particolare alla scultura; vuole scandire le tappe di quest'itinerario? R- Non mi sono avvicinato gradualmente all'arte: l'ho sempre praticata nelle forme del disegno, della pittura e infine in alcuni studi compiuti nella facoltà di Architettura. Il lavoro più recente di scultore o meglio di composizione attraverso materiali come ferro e pietra, costituisce un naturale approdo dove confluiscono le mie precedenti conoscenze artistiche e la mia predisposizione. Un approdo dove una nave appena arrivata riparte per un altro affascinante e misterioso viaggio. J.Hillman dice:"Nasciamo tutti con una ghianda", abbiamo tutti una predisposizione interiore. Rivedo il bambino che disegna i fumetti, rivedo l'adolescente con i fogli sotto al braccio, matite e colori nella mano, che all'aria aperta disegna alberi e campanili. Rivedo il giovane irrequieto che butta colori sulla tela. Rivedo ancora un uomo guardare, disegnare e conoscere, capitelli classici e moderne vele in cemento, fuori e dentro di se. E vedo ancora un uomo che tra mille tormenti lascia una città e il lavoro per realizzare un suo desiderio: aprire un laboratorio artistico. Capisco adesso la frase di Hillman. D- Quali materiali utilizza per le sue opere? R- Ferro, pietra, rame, plexiglas, vetro. Materiali dell'architettura, prodotti industrialmente. Ma anche pezzi, scarti di essi derivanti da una loro precedente lavorazione. Il frammento suscita in me un grande interesse. La realtà odierna e passata giunge a noi e si palesa attraverso il frammento. D- Può delineare in breve, la prospettiva di ricerca lungo la quale è andata definendosi la sua poetica? R- Nella mia ricerca l'essenzialità, il concetto e l'astrazione sono fattori importanti. Inoltre, un' opera che voglia avere un respiro ampio, deve necessariamente contenere verità, bellezza, ricerca, umanità, mistero e poesia. D- Quali sono le esperienze artistiche alle quali si sente in qualche modo legato e gli scultori che l'hanno maggiormente influenzata? R- Mi sento legato soprattutto agli artisti italiani degli anni 50-70. Un arte quindi astratta, concettuale, minimalista, ma anche un arte piena di vivacità e ricerca. Gli scultori che mi hanno sicuramente influenzato e affascinato, sono scultori come Boccioni, Marino Marini, Melotti, Arnaldo e Giò Pomodoro, Fontana, Somaini, Giacometti, apprezzando quelli più contemporanei come Toni Benetton e Staccioli, fino ad arrivare ad artisti più giovani come Vanessa Beecroft e Cattelan. Ma tanti altri artisti a me cari, contemporanei e non, mi resterebbe di citare. D- Lavorare nel Molise è per lei una limitazione oppure un privilegio? R- Lavorare nel Molise è per me sia un privilegio che una limitazione. Privilegio perchè in questa regione si può condurre una quotidianità meno frenetica rispetto a quella di una grande città. Una limitazione in quanto la città offre un numero maggiore di stimoli culturali. Quando posso raggiungo le nostre città in occasione di eventi che mi interessano.

RECENSIONI

Recensione critica A cura di Sabrina Falzone Nel soliloquio della storia le astratte libertà formali della scultura di Fabio Giannantonio si traducono in emozioni scultoree senza tempo, prive di qualsiasi intento didascalico. Tra imprevedibili sospensioni materiche e amene rielaborazioni concettuali la sua trepidante ricerca artistica si muove sull’ermetico terreno dell’archeologia per condurci verso nuove mete dell’ignoto. Come reperti di un’epoca memorabile, le sculture dell’autore molisano mettono in luce uno scenario caduco saturo di frammenti dell’umanità, elevati ad amabili brani di una sinfonia esistenziale che scandiscono ritmicamente il percorso dell’uomo da ieri a oggi. Il linguaggio sibillino delle opere di Giannantonio è sorretto da una significativa teoria dell’effimero che se da un lato defalca parodisticamente la magnificenza del classico, dall’altro esalta l’emblematica fragilità universale in un contesto di rivisitazione del mito che appare più che mai moderno. L’artista, infatti, non si avvale più dell’obsoleta strumentazione per la riproduzione di copie dagli antichi modelli della civiltà umana, bensì si orienta ad una rielaborazione scultorea effettuata mediante una composizione mista di elementi strutturali tra antico e contemporaneo, le cui caratteristiche definiscono il territorio dualistico su cui s’impernia l’espressione creativa dell’autore. L’eterogeneo assemblaggio di materiali come il plexiglas, la pietra e i metalli contribuiscono ad incrementare quel divario non solo tra passato e presente ma anche tra natura ed artificio che rende particolarmente suggestive le opere di Fabio Giannantonio, esautorate della tipica sontuosità dell’eroismo classico. Dalla pietra affiora un sovrumano silenzio, scaturito dall’indeterminatezza formale dei soggetti, volutamente lasciati nell’incertezza del divenire, quasi reduci illesi di un naufragio storico nelle forme dell’infinito.

Mostre

2008 Estemporanea ai "Grandi magazzini Teatrali" (Campobasso). • 2009 "Le forme dell'infinito", collettiva al palazzo comunale di Moniga del Garda (Brescia). • 2009 Estemporanea al palazzo Ducale di Mirabello Sannitico (Campobasso). • 2010 Collettiva presso la galleria d'arte contemporanea "Il Borgo" (Milano). • 2010 Esposizione negozio di belle arti "La Saletta" (Campobasso). • 2011 Esposizione al ristorante "Il Battello ebbro" Termoli (Campobasso). • 2011 Mostra personale alla sala "AxA", Tipografia Foto Lampo (Campobasso). • 2012 "Mito contemporaneo", mostra personale presso la galleria d'arte contemporanea "Officina Solare", Termoli ( Campobasso). • 2013 "Guardando il mare in una notte d'estate", mostra personale presso la galleria d'arte contemporanea "Limiti Inchiusi" (Campobasso). • 2013 Mostra personale al palazzo ducale di Ripalimosani (Campobasso) • 2014 Partecipazione alla seconda edizione del "Premio Auditorium, città di Isernia" .