RECENSIONI
Su una superficie brillante come velluto Walter Bongiorni staglia statici beni di consumo, contenitori genialmente frastagliati da una linea cedevole e deformabile che nebulizza l’intera resa finale. Genialmente Bongiorni decide di intervenire sull’immagine già entrata a far parte delle abitudini delle gente come la scatoletta di sardine o la busta delle patatine. Il lavoro dell’artista si basa con maestria su una semplice osservazione: la fotografia ferma il presente con una rapidità geniale senza distinzione per chi scatta, io metto in luce gli oggetti sotto un inedito punto di vista affidando importanza ad ogni oggetto. I suoi soggetti non sono però ripetuti in serie come faceva Warhol, ma neutralizzati e centralizzati mentre campeggiano al centro di un fondo asettico. Un linguaggio estremamente contemporaneo che banalizza e generalizza in modo freddo e meccanico emozioni e oggetti della vita reale affidando all’arte il compito di lanciare messaggi e all’osservatore il merito di coglierli. Ingigantendo i suoi soggetti suscita negli osservatori l’effetto di un cartellone pubblicitario: la grandezza di sentirsi piccoli davanti al grande, la maestosità di comunicare con le cose più semplici. Isolando i suoi oggetti, inceppandoli e sospendendoli in un nuovo mondo analitico e mentale Bongiorni identifica con la grandezza di un capolavoro un unico messaggio di fondo: la mancanza di sensibilità che pervade la nostra società.
Anna Soricaro