Il canto del lago
Si svolge nel nella Sala Domus - Piazza Duomo di Salò, dal 26 luglio all’ 8 agosto, la mostra personale di pittura “Il canto del lago” dell’artista veronese Fernando Pietròpoli. La mostra proseguirà poi a Malcesine, Palazzo dei Capitani, dal 19 agosto all’ 1 settembre. Vengono presentate le opere più recenti di stile lirico-astratto e informale materico, con un ampio spazio dedicato anche alla pittura figurativa, in omaggio al lago di Garda. L’artista è associato alla storica Società Belle Arti di Verona. L’ingresso è libero.
Info: +39 3888918196 – info@fernandopietropoli.it – www.fernandopietropoli.it
FERNANDO PIETROPOLI: LA TRASPARENZA IMPOSSIBILE, OVVERO, RIMBALZI DALL'IGNOTO
Puntando attentamente gli occhi sulle tele di Fernando Pietròpoli scopriamo che esse dicono vita: sembrano cellule colte nel loro divenire da un incredibile e potentissimo microscopio che assiste appunto al miracolo della vita, il tempo della vita. E nel comporre questo contatto esistenziale, Pietròpoli si pone di fronte all'opera con tutte le proprie contraddizioni, rovistando nei gangli del tratto fino a denudarlo. I suoi lavori catturano perché parlano ad alta voce dei misteri che l'accompagnano; il tumulto della condizione umana: gioia, dolore, ingiustizia o estasi, contratture e slanci sono lì, nelle sue tele, a testimoniare la ricerca di verità. Se, come Pietròpoli afferma, all’arte egli affida anche una domanda di “protezione”, dal vano e dall’insipiente, noi vogliamo rispondergli: "Una vita spesa controcorrente, a dare e a dire qualcosa al mondo, non è mai sprecata".
Lungo questa via, Pietròpoli racconta, tela dopo tela, il suo osservare, il suo esplorare, il suo indagare con tutte le discordie e le antinomie che la sua personalità, come egli ammette, possiede. Non c'è mai sosta nel combattimento delle sue tinte e tra le asperità delle superfici, non c'è mai rilassamento, come se tutto ricominciasse sempre da capo. Ciò è così vero che chiunque lo osservi si trova coinvolto in quel vorticare, ferito dalle scaglie che schizzano dalle strutture delle sue creazioni. Disponendo sulla tela la trama di privatissimi e sottilissimi frammenti del suo esistere, la pittura di Pietròpoli non ci lascia quasi respirare, non ci da tregua, poco per volta ci conduce nelle viscere del suo combattere, mantenuto in vita sferzando con la materia.
Una pittura che si distingue subito perché ci imbarazza e, a volte, ci turba persino, perché le emozioni non si gelano nella precisione dello smalto ma si incrostano nello spessore del colore, nelle sue sgocciolature, nelle macchie, negli schizzi, negli strappi che affogano nel magma degli elementi cromatici; essi sembrano rimbalzi dall’ignoto.
C'è un che di istintivo e di feroce nelle sue creazioni, che non poteva rimanere contenuto solamente dentro quella sua anima inquieta; i suoi segni, infatti, sono anche i nostri, sono questi scheletri inequivocabili del nostro tempo.
dott. Maria Gabriella Morello
Quando
dal 26.7 all'8.8.2024
INFO
La mostra proseguirà poi dal 19 agosto all' 1 settembre nel Palazzo dei Capitani di Malcesine