PAOLO BATTAGLIA LA TERRA BORGESE, IL PALCO DI RENOIR È UN INNO ALLA BELLEZZA FEMMINILE

II palco di Renoir è un inno alla bellezza femminile, una immagine di salute, una idealizzazione dell'amore, spiega il critico d’arte


PAOLO BATTAGLIA LA TERRA BORGESE, IL PALCO DI RENOIR È UN INNO ALLA BELLEZZA FEMMINILE

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Eseguito nel 1874, oggi conservato alla Courtauld Gallery di Londra, questo dipinto di Pierre-Auguste Renoir, che misura cm. 78,5 x 63,5 - precisa il critico d’arte Paolo Battaglia La Terra Borgese -, rivela una certa indipendenza dai principi dell'Impressionismo solo per quanto riguarda la forma, che qui appare solidamente composta e costruita.
Per quanto concerne invece lo spirito, è un'opera tipicamente impressionista, colta cioè dalla realtà del suo tempo, come volevano i nuovi pittori in polemica con la pittura accademica dell'Ottocento. Il teatro, infatti, - rileva il critico d’arte Paolo Battaglia La Terra Borgese -era uno dei ritrovi classici della buona società di quell'epoca, e furono molti gli artisti che vi s’ispirarono per le loro opere.
II palco di Renoir è un inno alla bellezza femminile - sentenzia il Critico -, un’immagine di salute, un’idealizzazione dell'amore. L'uomo che sta alle spalle della dama - la giovane modella Nini Gueule de Raie, che incarnava l'ideale femminile di Renoir, pieno di piaceri e felicità di vivere -, intento a osservare il teatro con il binocolo, è il fratello del pittore, Edmond. Questa figura serve di sfondo alla bella signora, sulla quale si concentra tutta l'attenzione dello spettatore del quadro: il volto, il corpo, le vesti sono più freschi degli stessi fiori che lei porta tra i capelli e sul petto.
Ogni elemento della composizione contribuisce al piacere visivo di chi la guarda - ci fa notare Paolo Battaglia La Terra Borgese - un piacere ottenuto in gran parte attraverso le corrispondenze dei colori. Basta osservare II palco con un po' di attenzione. Vi sono doppi accostamenti di oro, rosa, nero; le mani inguantate di lei, il fiore e la mano in alto; il rosa del volto e dei fiori sul petto, e cosi via.
Il nero è il tono dominante di questa armonia di tinte, ordinato e nello stesso tempo sbrigliato nell'irraggiarsi dalle righe dell'abito: effetto molto raro nella pittura dell'Impressionismo, che tendeva invece a risolvere i contrasti di colore senza ricorrere al nero puro.
Comunque - finisce il critico d’arte Paolo Battaglia La Terra Borgese -, il tema del palco, che s’incontra spesso nelle opere degli Impressionisti, offre un'occasione pittorica in più, per le preziose sete delle vesti femminili e i contrasti tra ombra e luce.