RECENSIONI
Confondersi e perdersi nei paesaggi di Nato Randazzo dai cieli infiniti, dalle acque scroscianti, dalle luci irreversibili, è non solo facile, ma anche piacevole e confortante. Le immagini, che Nato Randazzo regala sulle sue tele e con la sua infinita arte, rappresentano il mondo interiore di un’artista sereno, equilibrato, che con l’ausilio di una tecnica personale riesce a “spaccare” la tela, trasmettendo calore attraverso le figure dalle forme e dalle qualità fredde ed “agghiaccianti”.
Costanti che incantano nella sua opera sono lo scroscio tumultuoso, ma ordinato, delle acque, dei ruscelli delle montagne innevate, i colori “impossibili” e fantastici del sole, la lussuria di una natura potente e robusta.
Le opere di Nato sono generate e si evolvono in un ambiente intriso di sana armonia, esse scaturiscono dal bisogno di proiettare nello sguardo di chi osserva, e di chi anche passa distrattamente, un contatto generoso, positivo fra l’uomo e la natura. Eppure l’uomo non è mai presente nelle sue immagini, ma c’è! E l’assenza della figura umana è fortemente voluta e decisiva, quasi dichiaratrice di un mistero segreto fra l’artista e la sua opera.
È la natura, infatti, a dominare in assoluto, è la natura che opera e lascia le sue tracce, l’uomo è figura che si interseca con il paesaggio solo passivamente. L’essenzialità dell’opera di Nato è la sintesi del fluire perenne, costante, senza alcuna tregua di quelle acque purificatrici e alimentatrici della natura con la potenza “arginatrice” delle rocce, delle sponde naturali che il terreno fornisce e che lo scorrere costante trasforma. Sono queste acque una volontà dell’artista per la missione catartica della sua opera, esse sono limpide, spumeggianti, vive, sembra di vederle, toccarle sino al punto da far nascere nell’osservatore desiderio di soddisfare sete e immersione. La sua padronanza della tecnica emerge nella rappresentazione di spazi studiati, ma personalizzati, manifestando una “magna” duttilità artistica anche poetica, egli racconta con lo sgorgare incessante delle fresche acque, con l’alba luce della neve, con il niveo splendore degli abeti tutta la primitiva storia della natura, della “sola ed essenziale sua natura”.
Prof.sa Caterina Restuccia