RECENSIONI
"Un giovane artista che sta cercando in modo autonomo la strada di una pittura personale, senza le pastoie di scuole e correnti.
In modo energico e deciso, trasmette e comunica il suo stato d’animo interpretando l’immagine con il nervosismo del colore e del segno, caratteristico di una ricerca ed un’evoluzione pittorica sensibile, spontanea e generosa dove le cose viste diventano elementi compositivi fondamentali.
Tende ad un rapporto genuino e dialettico con le immagini ed i soggetti che rappresenta.
Queste le mie sensazioni quando circa un anno fa ho conosciuto Vincenzo Ragazzo.
Vincenzo, riusciva già a trasmettere per schematiche immagini e sintetiche visioni il concetto di spazio e volume senza scendere nel dettaglio tipico dell’opera figurativa.
Oggi le opere di Ragazzo, si sono arricchite di materia, di volume; quel volume che nelle prime opere si intendeva latente sotto lo strato patinato del colore, finalmente è uscito. Si intendono e comprendono le masse rocciose, le montagne, gli sconfinati campi di grano, i pascoli, tutti rappresentati con trasognato trasporto, fino a condurre lo spettatore in una metafora immaginaria di un mondo allegorico e fantastico, sempre e comunque popolato di quella nostalgia, di quel sentore di passato che tutte le opere di Ragazzo trasmettono.
L’ultimo ciclo di opere, ancora più delle precedenti, sottolinea, con la materia, i grumi di colore, le trasparenti velature e la ruvidità “delicata” delle superfici, l’amore che Ragazzo manifesta nei confronti di una natura che si propone per una risoluzione futura incontaminata, scevra e libera da alterazioni e impurità provocate dalla presenza dell’uomo.
La ricerca pittorica di Ragazzo conduce, alla definizione plastica di una forma senza la necessità di darne immagine completa, i paesaggi diventano percezioni visive stimolate dal colore. Le opere si sviluppano e prendono vita propria, spesso inquieta , altre volte irruente, altre ancora velata di poesia e rimpianto.
Non disdegna l’opera figurativa. Eccelle nel disegno e nell’acquerello dove riesce con semplici tratti grafici e delicate positure di colore a riscoprire la valenza poetica delle immagini, spesso prese a prestito dal quotidiano, mantenendo la dimensione pittorica all’interno dei canoni della visione oggettiva, senza mai trascendere nella interpretazione dissacrante dell’immagine.
Il dualismo artistico di Ragazzo potrebbe essere sintetizzato nel concetto di una pittura fine a se stessa; quella del reale, del quotidiano e delle immagini, dove l’immaginazione deve mantenersi all’interno di parametri e confini ben definiti e quella del surreale, dove la fantasia e le emozioni trasmettono una poetica solitudine che supera i sensi e la memoria.”
Andrea Lazzerini