Stefano Rollero

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Pittori

I contenuti qui di seguito riportati, sono a cura esclusiva dell'artista

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Cenno biografico dal catalogo della mostra "La pace nel segno dell''arte" L’opera artistica di Stefano Rollero emerge da una sua attenta riflessione sull’arte per le immagini in generale, ma è quella del collage a catturarlo. Egli si è impossessato, dapprima, di quella tecnica particolare dell’insieme che, vera cartina di tornasole, conduce alla conoscenza di noi stessi e di quello che ci siamo serviti. Poi la fantasia creativa del collage, avvolgente come il moto circolare dell’acqua quando si getta dentro un sasso, per fare emergere quei particolari messaggi d’arte discernendo la visione che avanza sulla tela e rimuovendo il superfluo del materiale, in una espressione spontanea. Rollero ha guardato al massimo esponente di questa arte che ha attraversato un’epoca. L’epoca contemporanea di Mimmo Rotella, che ci ha lasciasti di recente. L’artista dello "Scalo" ha osservato la cosmoimmagine dell’artista del Sud trapiantato a Milano, come si guarda e si studia un maestro spirituale e di scuola (non si dimentichi che pure Renato Guttuso ha attinto all’arte del collage per contornare quella sua straordinaria opera "I funerali di Togliatti"), dando continuità e conoscenza tra noi di questa particolare espressione artistica. In Stefano non c’è solo il riporto, ma il segno del pennello sempre presente, diviene un corollario interamente affidato ai valori espressivi del colore, che svolge la sua fondamentale parte divenendo completamento e suggello delle sue opere. Infatti i suoi quadri sono apprezzati nelle mostre locali come in quelle nazionali ed internazionali, dove ha ottenuto significativi riconoscimenti e premi, come avviene per un maestro d’arte. Un artista che, nello stile della sua diversità, ha saputo legare – in un continuo intreccio – con i suoi colleghi del "Gruppo dello Scalo" condividendo amicizia e pittura; quella sua pittura dal tratto immediato che fa vedere l’essenziale come il volto di donna, nel bozzetto del catalogo, dal richiamo poetico che inquieta le coscienze: Poche linee stilizzate / che simboleggiano un volto di donna che stringe a sé / i colori della pace. Antonio Zappia.

RECENSIONI

Stefano Rollero attivo ormai da anni, espone le sue creazioni che si estrinsecano in composizioni, installazioni e collage. Queste ultime, in particolare, sottointendono la volontà dell''artista che, manipolando ed assemblando strumenti ormai obsoleti, quali ad esempio, finimenti e bordature di cavalcaturein ambiente contadino, segnano il rimpianto di un tempo definitivamente irrecuprabile. La porta, su cui gli stessi oggetti sono tangibilmente collocati, esprime il limite, la linea di confine tra il passato ed il presente. O ancora nell''opera Totem la maschera è riempita di cavi ottici, emblematica rappresentazione della vita che, all''opposto del precedente lavoro, è proiettata in una dimensione ancora temporale, ma futura. Da sottolineare la capacità di Stefano Rollero di avvalersi sempre di nuove esperienze evitando, così, di cadere in un facile e volgare manierismo. Prof. Gianfranco D''Angelo Critico d''Arte Giornalista

Mostre

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