RECENSIONI
“Le sue opere sono permeate del suo mondo interiore da cui emergono sentimenti ed emozioni che si traducono sulla tela attraverso l’eccellente padronanza della tecnica e la forte volontà comunicativa che ne rivelano l’alto spessore artistico.”
Prof.ssa Anna Francesca Biondolillo
.... lei è brava come copista, ma indubbiamente esprime meglio sè stessa allorchè esegue lavori originali.
Lavori di particolare pregevolezza per verismo puro ma non fotografico, apprezzabile per un perfetto abbinamento del segno e del cromatismo, nonchè per l’uso dei colori che denotano una conoscenza piena della costruzione e delle dimensioni del disegno, sono il suo “Bosco” olio su tela del 99 e “Pubertà” olio su tela del 2002.
Francesco de Benedetta
Presidente dell‘Accademia Internazionale D’Arte Moderna di Roma
Loredana Pasta declina il mondo delle idee in raffigurazioni ora naturali ora familiari, dove il silenzio è protagonista e allo stesso tempo vivace interprete di una poesia del frammento e della fugacità del tempo,rivissuto e qui tradotto in un codice stilistico di particolare originalità. Percorso artistico e momenti di vita personale vengono avvolti da luce interiore e riflessi in un coagulo di espressioni d’arte,ricco di promesse e di insolite quanto positive note.
Prof.ssa Laura Bica
IL VEDERE E ILSENTIRE
La visione pittorica di Loredana Pasta emana una luce concentrata sui particolari delle figure e delle vedute, che emergono nel loro analitico dettaglio, attraverso un linguaggio impreziosito e pur tuttavia diretto a svelare l’identità e interiorità delle cose. I due elementi percettivi della luce rivelativa di una intensità lirica e del segno esploratore di realtà concrete, confermano che Loredana Pasta ha colto la stretta relazione che intercorre tra il “vedere e il sentire,unificando nella pratica d’arte sia la rappresentatività delle cose conosciute che l’espressività di quelle sensazioni che appartengono alla nostra interiorità.
L’artista ha infatti realizzato nella stessa immagine una sintesi conseguente ai momenti impressivi ed espressivi, evidenziando nelle figure familiari e dell’intimità quotidiana, nonchè nelle vedute e nelle cose ( scorci di paesaggi e boschi, rocce e mare, alberi e frutti), non soltanto la verità obiettiva dettata dall’ottica rappresentativa, ma la qualità espressiva imposta sia dalle leggi autonome della pittura che dalle sensazioni soggetive dell’artista. D’altra parte, mentre la centralità della scena rivela una composta e rasserenata raffigurazione, la che luce irrompe nei particolari mette in risalto una vivacità in grado di animare tutta la composizione. In effetti l’evidenza delle tonalità cromatiche accentua il rilievo timbrico dei particolari , come si rivela negli sbalzi di una “brocca antica istoriata” e nei corpuscoli cromatici che punteggiano la camicetta di “Alessandra”, mentre i risalti della corteccia degli alberi e dei chicchi dei melograni, movimentano la composizione, facendo campeggiare la mobilità della rappresentazione.
Come si vede, è bastato sottolineare un rilievo luminoso in alcuni particolari dell’opera per confermare che anche l’idea platonica ha trovato e trova una rispondenza nell’ emozionalità lirica della nostra attualità. Infatti l’astrattismo storico, anche quando ha negato la figuralità oggettiva, non ha escluso gli elementi della emozionalità, recuperando l’assenza della forma – luce , penetrando i segreti del reale.
D’altronde il Goethe ha confermato nel Trattato del Colore la perfetta identità tra ” la luce interiore e la luce esterna.
Prof.Luigi Tallarico”