RECENSIONI
“MAIOLICA MAKE UP. Spolvero di ossidi e smalti nelle opere di Gian Genta” è l’acuta titolazione della personale del noto ceramista, celebrativa di un’espressione di bellezza che di fatto è firma distintiva di tutta la sua ricca attività artistica. In quest’esposizione l’artista savonese porta l’esultanza creativa del suo temperamento unita al sottile ingegno indagatore nell’espressione dei volti delle giovani donne, nell’essenzialità dei volumi, nell’eleganza delle soluzioni decorative e nel taglio particolarissimo delle belle teste femminili così come in genere in tutta l’opera ceramica ove sempre è evidente un forte intento espressionistico che si traduce in forme raffinatamente arcaizzanti. Sculture straordinarie per maturità di visione, per intensità espressiva di certe semplificazioni plastiche dove l’affettuosa restituzione della verità del soggetto coincide con la preoccupazione della forma preziosamente stilizzata in un bivalente accordo frutto di una sensibilità umana che trasforma i molteplici soggetti iconografici in forme di ideale bellezza non scevre della loro concreta fisicità.
Ceramiche con un qualcosa di arcaico che però posseggono il calore che piace al pubblico moderno. In modo personalissimo Gian Genta mescola il pensare col sentire, l’intelletto con il cuore, entro una formula che non può essere riassunta in poche righe, perché non è un sistema, ma un percorso lungo e variegato come la sua vita. Originale sperimentatore è di fatto arrivato alla ceramica attraverso la scrittura e la pittura. Le sue opere nascono dal sentimento, dall’intuizione, dalla memoria.
Con un’intelligenza ed una sensibilità fuori dal comune crea una nuova cultura di bellezza: voglia di colore e di sostanza in perfetto sodalizio. Colori che regalano effetti speciali, fanno risaltare la bellezza più vera delle ceramiche, tinte luminose od effetti matt ottenuti con la sapienza del fare per un risultato intenso o discreto. Mescola gli smalti, gli ossidi, adeguando la formula alla propria vena creativa per dare alle testine femminili una “texture” e un colore che viene voglia di toccare.
Un “Make-up artist” che gioca sui contrasti entro una collezione di nuance che spaziano dai rossi intensi ai bruni più dolci, dai blu cobalto agli arancio solari, dai beige naturali ai terra, dal platino prezioso al verde savana.
Un “Make-up artist” che usa tonalità rivisitate alla luce dei diktat della moda per rendere attuali anche le tinte più classiche e tradizionali, per fare di ogni testina femminile una protagonista.
Giorgia Cassini
Critico e curatore d’arte
Sono immagini plastiche, emulsionate nel segno simbolista, affioranti, come richiamate da un desiderio di sintetetismo onirico, per rafforzare una dimensione dove anche la ragione ha i suoi sogni.
Ricordi e archetipi di una cultura classicheggiante, umana, riversata nella fantasia degli stessi segni,filtri sospesi con la dolce persuasione del colore vibrante.
Mi ha colpito particolarmente il simbolismo arcaico della Lunigiana.
Alfredo Pasolino
storico e critico d'arte
Colletta di Castelbianco. Dopo la mostra “Le ceramiche di un artista di Albissola” patrocinata dall’assessorato alla Cultura di Spotorno e conclusasi il 10 agosto presso la locale Biblioteca Civica, sarà inaugurata domani 15 agosto a Castelbianco una nuova personale di Gian Genta allestita presso la Sala Meeting del Borgo Telematico di Colletta. Le venti le opere scultoree, busti e teste in ceramica, esposte in questa mostra promossa dalla società Borgo Telematico e curata da Simone Ferro il quale introdurrà al pubblico l’artista savonese durante il vernissage previsto per le 18.30, rimarranno visibili fino al 16 settembre (apertura in orario d’ufficio; ingresso gratuito).
“Il mio amore per l’arte - spiega Gian Genta in una recente intervista rilasciata al Magazine dell’omonimo sito d’arte ImmagineColore - nasce istintivo. Indipendente e perseverante non riesco a retrodatarlo essendomi dedicato fin dagli anni 60 prima alla pittura poi all’intarsio del legno in seguito alla stesura di versi ed aforismi e quindi alla ceramica. Impegnato come chi ingenuamente è alla ricerca della verità, ho sempre rifiutato ogni principio accademico per soddisfare le ragioni e l’azione gestuale del mio io, scrupolosamente fedele ai miei errori”.
Personalità complessa e inquieta, come artista Genta ha trovato solo in anni recenti un crescente interesse da parte di critica e pubblico. “Dirigente d’azienda a riposo”, come ama lui stesso definirsi, sessantatreenne, sposato e con due figli, Gian Pietro Genta è nato e vive tuttora a Savona. Iscritto all’Unione Industriali savonesi è stato Vice Presidente per la sez. Varie dal 1982 al 1985 e membro del Consiglio Direttivo del Consorzio di imprese Savona Export dal 1986 al 1989; giornalista pubblicista dal 1992 al 2002 e attivo politicamente dalla metà degli anni Ottanta e Novanta, ha assunto diverse cariche pubbliche e politiche tra le quali quella di Consigliere Regionale nella Legislatura 1990-95 con incarico di presiedere la Commissione Regionale sulle carceri. “Liberale fuori dagli schemi di scuderia” di “ispirazione gobettiana” e “di spirito libertario”, la disillusione per la mancata rielezione e l’amarezza per il decreto di fallimento della sua azienda di prodotti protesici segnano negli anni più recenti una svolta nella vita di Gian Pietro Genta che lo porta a riavvicinarsi con più determinazione e continuità alla poesia e alla scultura, in particolare ceramica, già da lui coltivata intorno agli anni Sessanta.
“Dal 1995 ad oggi una vita diversa, sofferta, pagata con l’amarezza dell’essere giudicato per le mie censure finite in inquisizione - confessa l’artista e poeta savonese - e per una condanna politica dal sapore d’infanticidio”. “Oggi come un uomo tradito ed affrancato dagli eventi - prosegue Genta - ho trovato nei versi e nella scultura la più temeraria delle imprese e l’immagine che ne scaturisce è molto più bella dell’originale, anche perché la mia eterna e inesprimibile forma di incoscienza è incapace di lasciarsi guidare dalla ragione di qualcosa che ho già avuto, addentato e digerito per l’inutile piacere dei cosiddetti cani di razza”. “Assiduo frequentatore dei circoli e della mitica scuola artistica Albissolese del Bar Testa e di Pozzo Garritta fin dagli ani 60-70 - racconta lo stesso Gian Genta - mi sono sempre dedicato al mondo dell’arte. Negli anni 2000 più che un anima politica riscopro in me l’anima dell’artista inquieto che ha trovato nella maturità le tante cose che gli restano ancora da dire. Nel 2002 esce la mia prima raccolta di immagini e pensieri “Fiori di Ortica” De Ferrari Editore in Genova la cui copertina mi è stata dedicata dall’amico artista Giorgio Moiso. Nel 2005 il mio secondo libro in versi ed aforismi “Passato accanto” con copertina dedicatami dall’artista Gianni Celano Giannici amico con cui - ricorda l’artista savonese - ho trascorso i migliori momenti culturali della Albissola di Wilfred Lam, di Lucio Fontana, di Asgern Jorn, di Mario Rossello, di Adriano Bocca, di Agenore Fabbri, di Eliseo Salino, di Mauro Quetti, di Giorgio Bonelli, di Mauro Malmignati, di Bruno Locci, di Walter Morando e di tanti altri ancora tra cui il generoso artista Sandro Soravia che mi ospita nel suo atelier di ceramica in Albissola per la creazione delle mie sculture”.
Fabrizio Pinna
Giornalista e redattore d’arte
Agosto 2007
Quella di Gian Genta, artista, ceramista, poeta 63enne, savonese di nascita e nel cuore, è una ricerca univoca e continuativa alla scoperta dell'uomo, delle sue origini e del suo io più profondo.
Ricerca complessa , turbinosa, spesso travalicante i confini dell'onirico, ma mai distaccata nei suoi assiomi, dalla realtà umana più vera.
Una ricerca intimista palese, un espressionismo non solo formale ma pienamente assimilato e rielaborato secondo parametri di assoluta originalità.
E' un primitivismo forte, talora disturbante