RECENSIONI
Hanno scritto di lui: Agostino Bonecra, Giovanni Marzoli, Emiliano Giancristofaro, Ermanno Pulifici, G. De Cesare, Paola Corsetti, Umberto Savini, Remo Brindisi, Domenico Rea, Vincenzo Centorame, Tonino Anzini, Enzo Mezzopreti, Mario Probi, Fabiano De Leonardis, Giuseppe Cornelii.
"...Nella pittura di Moniè, ciò che appare evidente è la razionalizzazione del sogno, in una serie di particolari rigorosi e chiari che fanno pensare ad alcuni celebri paesaggi ricavabili dalla lettura dei libri di Franz Kafka. Apparentemente di facile lettura, la pittura di Moniè porta avanti un discorso maturato dopo la comprensione dei segni delle ultime avanguardie e in questo senso la sua nuova figurazione potrebbe costituire un punto di riferimento..." (Domenico Rea).
"... Moniè, coloristicamente lirico, disegna il quadro alla maniera francese, cioè delineando la forma psicologica con la segnatura nera. Nel paesaggio trova un elemento focale nella stesura geometrica" (Remo Brindisi).
"... I paesaggi freddi ed essenziali, gli alberi che sembrano lame conficcate in un cielo spesso e grigio, i colori sempre algidi, volutamente privati di una loro "temperatura", ci dicono di una profonda malinconia che ha toni di ribellione. In questo senso la pittura di Moniè è fedele a se stessa, omogenea anche nella scelta dei temi. Un linguaggio istintivo che testimonia la sofferenza di quanto, da intrinseco ed intimo si vorrebbe far diventare estrinseco ed amicale..." (Vincenzo Centorame).